ROCCA DI VIGNOLA


Edificata in epoca altomedievale per assolvere alle funzioni di difesa militare, la Rocca di Vignola occupa una posizione geografica strategica dominando la valle e il fiume Panaro dall’alto di uno sperone di arenaria. La fortezza infatti era preposta sia al controllo di un passaggio cruciale lungo un importante asse di comunicazione transappenninica, sia alla sorveglianza di un confine politicamente instabile.

Nelle cronache dei secoli XIII e XIV viene citata come roccaforte di frontiera, teatro di assalti e testimone di liti confinarie, invasioni, lotte sanguinose tra guelfi bolognesi e ghibellini modenesi.

Tra gli inizi del Quattrocento e la fine del Cinquecento la fortezza venne trasformata in imponente dimora nobiliare, diventando l’edificio simbolo del potere feudale locale. Infatti nel 1401 la Rocca, insieme alle terre del contado di Vignola, fu donata in feudo dal marchese Nicolò III d’Este, signore di Ferrara e Modena, al nobile ferrarese Uguccione Contrari, suo fedele condottiero e primo ministro.

La signoria dei Contrari durò 174 anni durante i quali la Rocca si affermò come elegante residenza fastosamente impreziosita da decori e cicli affrescati. Dopo la morte dell’ultimo erede Contrari, il territorio vignolese, nel frattempo eretto al rango di marchesato, fu amministrato per due anni direttamente dal governo ducale estense. Nel 1577, fu concesso in feudo al nobile bolognese Giacomo Boncompagni, figlio legittimato di Papa Gregorio XIII. Il dominio della famiglia Boncompagni, poi Boncompagni Ludovisi, si protrasse fino all’arrivo di Napoleone nel 1796, quando il potere feudale venne soppresso.

Dal 1814 i territori dell’antico Marchesato furono governati dall’amministrazione austro-estense, dopo l’Unità d’Italia all’interno della Rocca di Vignola trovarono sede le istituzioni politiche e sociali della città: il Municipio, la Biblioteca e la Cassa di Risparmio di Vignola. Quest’ultima venne fondata il 21 febbraio 1874 proprio all’interno del maniero, nella sala poi denominata “della Cassa di Risparmio”, nel 1965 l’Istituto di credito acquistò l’intero complesso.

Dal 1998 la proprietà è passata alla Fondazione di Vignola che cura la tutela e la valorizzazione del bene garantendo anche le aperture al pubblico.

Attualmente quasi tutti gli ambienti sono visitabili; l’interno è riccamente decorato con affreschi in gran parte databili al XV secolo. Tali pitture murarie risalgono quindi all’epoca dei Contrari, i cui stemmi campeggiano sulle pareti accompagnati dalle raffigurazioni delle loro imprese; viene tramandata la storia della famiglia e messa in luce la loro stretta alleanza con gli estensi. La punta di diamante della Rocca è sicuramente la Cappella dove è possibile ammirare il prezioso ciclo di affreschi tardogotici raffiguranti le “Storie di Cristo e della Vergine Maria”.